L’informalizzazione delle politiche migratorie: le trappole della soft law

Note #14 - Luglio 2022

Sconosciuta al grande pubblico, la soft law è un’arma temibile nelle mani degli Stati, che utilizzano questo metodo quando vogliono aggirare i limiti e le rigidità che le leggi nazionali o altri testi e i trattati internazionali impongono. Questa è spesso utilizzata nell’ambito del “controllo dei flussi migratori”, in modo da rendere difficile differenziare tra la stretta applicazione della legge e il suo aggiramento. L’esternalizzazione delle politiche di asilo e di migrazione è un esempio tipico di ricorso alla soft law: l’Unione Europea (UE) o i suoi Stati membri trovano vantaggioso negoziare tutta una serie di accordi dai nomi diversi, più o meno informali, con i loro partner dei paesi terzi, fittiziamente posti su un piano d’uguaglianza.

Il fine è costringere questi ultimi a fermare l’immigrazione alla fonte o riammettere sul loro territorio gli indesiderati che verranno rimandati indietro, a volte con il pretesto dell’urgenza (come fu nel caso della “dichiarazione” UE-Turchia nel Marzo 2016, che doveva mettere fine alla impropriamente chiamata “crisi migratoria”): con la soft law, alcune clausole contrarie ai diritti fondamentali possono rimanere occulte. Gli abusi saranno imputati alle autorità esterne all’Europa, le istanze parlamentari o giudiziarie non saranno adite, i dissensi interni saranno meno visibili e, in caso di ostacoli, sarà più facile cambiare la rotta.

Si apre in questo modo un vasto ambito di forme di “intra-diritto” che, a causa della diversità dei modelli operativi, portano inevitabilmente al diniego delle norme in vigore. Da qui l’importanza che rappresenta, per le associazioni di difesa dei diritti umani, la conoscenza dei meccanismi della soft law e dei discorsi pubblici che mirano a imporne la legittimità nell’opinione pubblica.

[Estratto - Editoriale]

Hanno contribuito a questa nota : Mikel Araguas (SOS Racismo), Marie-Laure Basilien-Gainche (Professeur de droit, ICM), Jean-Pierre Cassarino (Chercheur-enseignant, Collège d’Europe/IRMC), Brigitte Espuche (Migreurop), Alain Morice (Migreurop), Claire Rodier (GISTI), Anna Sibley (Migreurop).

Mappatura : Nicolas Lambert per la "Brigade d’interventions cartographiques" (Brigata di intervento cartografico) della rete

Fotografia: Estratto dal video "Non à la guerre aux migrant.e.s". - Prodotto dall’agenzia Bonjour.