Frontex, un’agenzia europea fuori controllo

Nota Migreurop #3 - 3a edizione, dicembre 2021

Se per anni le critiche delle ONG al suo indirizzo sono state ignorate, oggi Frontex è sotto i riflettori. Dalla sua entrata in funzione nel 2005, l’agenzia europea di guardia di frontiera e guardia costiera ha assunto un ruolo sempre più grande nell’attuazione delle politiche migratorie securitarie dell’Unione Europea (UE). Osannata per lungo tempo dalle istituzioni europee, che da 15 anni continuano a rafforzare le sue competenze in materia di controlli ed espulsioni - e il suo budget passato da 5 a 543 milioni di euro - a partire dal 2020 l’agenzia è stata per la prima volta pubblicamente messa in discussione a causa delle sue attività e della sua governance (Commissione e Parlamento Europei, Mediatrice dell’UE, “OLAF”) e in parte abbandonata dai suoi sostenitori.

L’agenzia è in effetti accusata di ripetute violazioni dei diritti, in particolare di respingimento alle frontiere europee (ONG e media internazionali), di mancato adempimento ai suoi obblighi di regolamentazione, di malfunzionamenti interni e di inefficienza (Corte dei Conti).

Se i media hanno sposato la causa dei difensori dei diritti, che denunciano da più di 10 anni il mandato di Frontex in quanto minatorio per i diritti fondamentali degli esiliati - nonchè la sua opacità, la sua autonomia senza controllo e la sua impunità strutturale - la sua evoluzione deleteria è messa all’indice addirittura al suo stesso interno. L’ex vice direttore dell’agenzia ha infatti dichiarato di “essere profondamente preoccupato per la minaccia alla reputazione dell’agenzia, per la decisione di armare gli agenti e l’incapacità di impedire che l’estrema destra si infiltri nei suoi ranghi, nel contesto del movimento anti-migranti che attraversa l’Europa”.

Gli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato la pericolosità di un’agenzia fuori controllo e fuori legge, emblema della politica europea di ultra-securizzazione delle frontiere e di guerra ai migranti. Frontex non è modificabile, solo la sua soppressione potrebbe inaugurare una nuova era in cui l’impegno per i diritti fondamentali non sarebbe un semplice artificio retorico.


Hanno contribuito a questa nota : Diletta Agresta (ASGI), Matteo Astuti (ASGI), Emmanuel Blanchard (Gisti), Brigitte Espuche (Migreurop), Lucia Gennari (ASGI), Jane Kilpatrick (Statewatch), Yasha Maccanico (Statewatch), Marie Martin (Migreurop), Claire Rodier (Gisti) e Anna Sibley (Migreurop).
Mappatura : Hugo Roche
Fotografia : Salvatore Cavalli/AGF Italia
Design grafico : La Société