NATO: Chiarire la risposta alle morti in mare
Nell’anniversario della morte dei migranti, c’è bisogno di una spiegazione pubblica
Le lettere di richiesta di informazioni sono state inviate il 26 marzo 2012, al Comando marittimo della NATO a Napoli, così come ai ministri della difesa di Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Stati Uniti e Canada.
"La sconvolgente perdita di vite nel Mediterraneo nel 2011 - il Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che almeno 1500 persone siano morte l’anno scorso tentando l’attraversamento - richiede sforzi concertati per indagare i fatti come pure per evitare simili tragedie in futuro”, hanno esortato i firmatari nelle lettere.
I firmatari sono Human Rights Watch, la Federazione internazionale dei diritti umani (FIDH), la rete euro-africana Migreurop, la rete Euro-Mediterranean Human Rights Network (EMHRN), la coalizione Boats 4 People, e l’organizzazione francese Gisti. Organizzazioni affiliate rispettivamente alla FIDH, a Migreurop e alla EMHRN hanno firmato le lettere per Francia, Italia, Spagna e Canada.
Le lettere chiedono chiarimenti circa la presenza e il raggio d’azione che la NATO e i suoi Stati membri avevano nella zona di mare in cui il tragico episodio ebbe luogo. I fatti riguardano una barca in avaria piena di migranti che fuggivano la Libia, che furono lasciati alla deriva per due settimane nel Mediterraneo prima infine di toccare terra nuovamente in Libia il 10 aprile 2011. La barca aveva avuto problemi non molto tempo dopo la sua partenza da Tripoli nella notte tra il 26 marzo e il 27 marzo 2011. Nonostante le chiamate di soccorso e gli avvistamenti, da parte dei superstiti, di un elicottero militare e di una nave da guerra, la barca non ricevette alcun aiuto, portando alla morte 63 dei 72 passeggeri, tra cui 20 donne e due bambini.
La NATO e Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Stati Uniti e Canada, il 24 marzo 2011, due giorni prima che la barca dei migranti salpasse da Tripoli, avevano tutti navi da guerra che pattugliavano l’Area di sorveglianza marittima della NATO, con l’ordine di fare rispettare l’embargo sulle armi alla Libia. Le lettere chiedono a loro di fornire informazioni dettagliate sui settori pattugliati da ciascuna nave e quale fu la loro risposta a due diverse richieste di soccorso della barca alla deriva.
Nel luglio di 2011, Human Rights Watch mandó lettere a la NATO, e ai ministri della difesa di Francia, Italia, Malta e degli Stati Uniti chiedendo informazioni riguardo l’episodio. A tutt’oggi, nessuna risposta è stata ricevuta.
Il Comitato sulle Migrazioni dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) prevede di rendere pubblici il 29 marzo 2012 i risultati della sua indagine sulla tragedia e sul più ampio fenomeno delle morti di migranti nel Mediterraneo.
Per una ricostruzione della traiettoria della barca, veda:
http://www.hrw.org/sites/default/files/related_material/2012_NATO_Forensic_Oceanography_Map_of_the_Boat’s_Drift_Trajectory.pdf
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare:
A Milano, per Human Rights Watch, Judith Sunderland (inglese, francese, italiano, spagnolo): +39-3386990933 (mobile), oppure sunderj@hrw.org
A Bruxelles, per l’Euro Mediterranean Human Rights Network, Hayet Zeghiche (francese, inglese, arabo, spagnolo): +32-488-08-00-41, oppure hze@euromedrights.net
A Parigi, per Gisti, Stéphane Maugendre (francese, portoghese): +33 (0) 607379072 (mobile), oppure Stephane.maugendre@wanadoo.fr
A Parigi, per Migreurop, Claire Rodier (francese, portoghese): +33 (0) 676845739, oppure rodier@gisti.org
A Tunisi, per Boats 4 People, Nicanor Hoan (inglese, francese, spagnolo): +216 71 25 76 65, oppure coord@boats4people.org
L’elenco completo delle organizzazioni che hanno firmato le lettere:
Human Rights Watch
Federazione internazionale dei diritti umani (FIDH)
Migreurop
Euro-Mediterranean Human Rights Network (EMHRN)
Gisti
Boats 4 People
Ligues des Droits de l’Homme (Francia)
Consiglio italiano per i rifugiati (Italia)
Unione forense per la tutela dei diritti umani (Italia)
Ligues des droits et des Libertés (Canada)
Acsur-Las Segovias (Spagna)