Appello per l’evacuazione immediata di Moria
A sostegno degli esiliati che vivono sull’isola di Lesbo, Migreurop è firmatario di un appello avviato da un collettivo di personalità europee e pubblicato sul giornale Libération l’11 settembre 2020.
In un momento in cui 12.500 rifugiati e richiedenti asilo si trovano a vagare senza dimora per le strade e le colline di Lesbo, quando a coloro che soffrono delle inalazioni di fumo e delle bruciature provocate dall’incendio a Moria viene impedito dalla polizia di raggiungere l’ospedale a Mitilene, quando i gruppi di solidarietà che portano beni di prima necessità vengono bloccati dalle autorità o attaccati da gruppi di estrema destra, quando l’unica risposta del governo greco a questa emergenza è il riaffermare il principio della sicurezza nazionale, noi, come cittadini europei e del mondo, non possiamo rimanere in silenzio.
Il fuoco che ha devastato il campo rifugiati di Moria non può essere considerato né un incidente né il risultato di un’azione disperata da parte di chi vive nel campo. È l’inevitabile e prevedibile risultato di una politica europea che confina decine di migliaia di rifugiati in condizioni inumane in queste isole greche. È il risultato della strategia del governo greco che, invece di adottare misure efficaci contro la diffusione del Covid-19 negli “hostspot”, ha grandemente limitato negli ultimi mesi la mobilità degli abitanti del campo. Oltre a questo confinamento prolungato, è stato imposto una settimana fa un lock-down totale i cui effetti sulla salute di chi sta nel campo sono più che problematici, mentre le persone risultate positive al test per il virus sono state obbligate a rimanere rinchiuse in un capanno per 24 ore al giorno. Queste tremende condizioni hanno direttamente portato al disastro.
Questa situazione intollerabile, che è una vergogna per l’Europa, non può continuare neppure per un altro giorno.
L’immediata evacuazione di Moria e il trasferimento dei suoi abitanti nelle diverse città europee già pronte ad accoglierli è una questione di estrema urgenza. Lo stesso vale per tutti gli altri campi nelle isole greche e nel continente. Vale la pena ricordare che il governo greco ha già incominciato i lavori per trasformare non solo gli hotspot ma ogni centro d’accoglienza sulla terraferma in strutture chiuse circondate da una doppia recinzione e cancelli di sicurezza. Cosa sarebbe successo se l’incendio di Moria fosse divampato in un campo circondato da un doppio reticolato di filo spinato con le uscite sbarrate? Quante migliaia di morti staremmo piangendo oggi?
Non lasciamo decine di migliaia di persone, il cui unico crimine è aver fatto domanda di protezione internazionale, alla mercé di una politica preoccupata solo della sicurezza, che minaccia la loro sicurezza e la loro vita. Il governo greco, in nome della difesa dei confini europei e della sicurezza nazionale, non solo si sente autorizzato a violare il diritto internazionale con respingimenti sistematici nel mar Egeo e al confine di Evros, ma proibisce anche i trasferimenti delle vittime dell’incendio di Moria nel continente. Ancor di più, fatta eccezione per il trasferimento di 406 minori non accompagnati nel nord della Grecia, il governo Mitsotakis intende “punire” gli abitanti del campo per l’incendio impedendo loro di lasciare Lesbo! Il governo greco e le autorità locali stanno creando una zona di guerra a Lesbo, nel mezzo dell’Europa.
L’unico target di questa guerra sono i rifugiati. 12.500 persone si trovano ora in pericolo, private dell’accesso a strutture sanitarie ed esposti agli attacchi di gruppi di estrema destra. Non tollereremo una situazione in cui i richiedenti asilo sono privati dei loro diritti e ridotti allo stato di non-persone. Uniamoci, per esigere dalle autorità europee e dai nostri governi l’immediata evacuazione di Moria e di tutti gli altri campi in Grecia, e il tempestivo trasferimento dei loro abitanti nelle cittadine europee che si sono date disponibili ad accoglierli.
ORA e non domani.
La dignità e la vita di decine di migliaia di persone sono in gioco, ma anche la dignità di ciascuno di noi.
Contro le politiche di esclusione e criminalizzazione dei rifugiati, è estremamente urgente costruire un “unico” mondo, comune a tutti. Altrimenti tutti noi rischiamo, in ogni momento, di trovarci dal lato sbagliato del confine.
Evacuazione di Moria ora!
Trasferimento di tutti coloro che lo desiderino nelle città europee pronte ad accoglierli!
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