Le populazioni rom vittime della xenophobia del governo francese

comunicato stampa Migreurop

Prendendo come pretesto le violenze contingenti avvenute al centro della Francia il 18 Luglio 2010, il presidente della Repubblica ha convocato una riunione relativa ai «problemi sollevati dai comportamenti di alcuni tra i nomadi e i Rom», per prendere delle decisioni, tra le altre cose, « sulle espulsioni di tutti gli abitanti degli accampamenti che si trovano in una situazione di irregolaità ».
Attraverso delle dichiarazioni ripetute e ampiamente riprese dai media, il governo francese ha rafforzato una confusione già diffusa tra due categorie di popolazione distinte ma ugualmente stigmatizzate, quella delle «gens du voyages» (secondo un’espressione che definisce le persone soggette a un «libretto di circolazione»), che la maggior parte delle volte sono di nazionalità francese, e alcuni « Rom», che provengono invece dalla Bulgaria e soprattutto dalla Romania.

I Rom dell’Europa centrale vengono una volta di più accusati di essere «illegali», «clandestini», mentre dovrebbero invece beneficiare della libertà di circolazione all’interno dell’Unione europea, nonostante la Francia mantenga ancora queste persone in una condizione « transitoria ».
La rete Migreurop é preoccupata dell’amalgama di stereotipi che le più alte cariche dello Stato francese alimentano a proposito di persone che sono già ampiamente vittime di discriminazione.

Seguendo le orme del governo italiano, e malgrado le vive reazioni che ci sono state all’estero e nella stessa Francia (persino dentro lo stesso partito politico del presidente), le autorità francesi hanno annunciato il rimpatrio di 850 Rom prima della fine di Agosto.
«Non siamo tenuti ad accogliere in Francia tutti i Rom della Romania e della Bulgaria », ha detto il ministro dell’Interno in un’intervista al giornale Le Monde (22-23/8/10). Di fatto, l’evacuazione forzata dai campi, e l’ingiunzione di tornare nei propri paesi, fatta a tutti senza alcun riguardo per le situazioni personali o familiari di ciascuno, si sono ampiamente appoggiate su questa supposta condizione comune di «Rom».
Questi rinvii, che contro ogni evidenza sono stati definiti «umanitari» e « volontari», sono contrari al principio che vieta le espulsioni collettive.

Quali indicazione sono state fornite alla polizia affinché essa potesse distinguere un rumeno «rom» da un altro rumeno? I rom portano forse una stella sui loro abiti in segno di distinzione ? Fortunatamente ció non è previsto né dalla legge francese né dai testi dell’Unione. Come puo un membro del governo (peraltro recentemente condannato per le sue dichiarazioni razziste contro gli arabi) definire impunemente degli stranieri come indesiderabili sulla base della loro appartenenza etnica ? L’origine delle persone, sia o meno rivendicata dai gruppi presi di mira, non puo essere alla base di alcuna politica pubblica né tanto meno puo essere il pretesto per derogare al principio dell’eguaglianza di trattamento.
L’uso in senso dispreggiativo dell’appellativo «rom» annuncia una nuova escalation nella politica del risentimento.
Migreurop é allarmata da ogni strumentalizzazione possibile di qualunque forma di appartenenza etnica da parte del diritto europeo che rischia, anche se il pretesto é quello di proteggerle, di designare delle intere popolazioni come colpevoli di esistere, cosa che sembra stia attualmente accadendo con i Rom in molti paesi europei.

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